La parola ausilio deriva dal latino “Auxilium” che significa “aiuto”, “soccorso”. La traduzione inglese della parola ausilio si può ottenere con il termine Assistive Technology (AT) che letteralmente è traducibile in “tecnologia che aiuta”.
“Con Assistive Technology si intende qualsiasi tecnologia, sistema, oggetto o parte di esso che viene usato per accrescere, mantenere o migliorare le capacità di un individuo affetto da qualsivoglia tipo di disabilità e, indirettamente, di qualsiasi persona. In modo più generale qualsiasi tecnologia che consente a qualcuno di realizzare qualcosa che normalmente non potrebbe realizzare.”
Ad una prima semplicistica analisi l’Assistive Technology potrebbe sembrare una tecnologia rivolta solamente a persone affette da disturbi ma in realtà non è così.
Assistive Technology, o Ausilio, è un termine generico per indicare qualsiasi prodotto in grado di facilitare persone di ogni età che incontrano qualsiasi limitazione funzionale nella vita quotidiana.
Infatti, in senso lato, gli ausili sono strumenti sempre presenti nelle nostre vite. Non sono degli oggetti inusuali e stravaganti riservati unicamente a persone con importanti disabilità fisiche e sensoriali, ma li ritroviamo in tutte le aree della nostra vita quotidiana ogni volta che li usiamo come oggetti indispensabili per vivere, lavorare o durante il tempo libero (H. Day & J. Jutai, 1996).
Malgrado ciò, nell’accezione comune, questo termine viene spesso circoscritto unicamente agli strumenti utilizzati da persone con menomazioni fisiche o sensoriali.
La suddivisione che viene comunemente attuata vede da una lato gli ausili definiti “Designed for all o di Universal design”, ovvero quegli ausili commerciali che oggi includiamo sempre più tra i prodotti di largo consumo, progettati per tutti per facilitare le attività quotidiane (es. gli elettrodomestici per la cucina, le stoviglie in leghe leggere, etc) e dall’altro gli ausili “Designed for need” ovvero quegli oggetti che nascono per fornire una soluzione per una specifica limitazione o per una singola persona (es. posate con impugnatura ingrandita, ausili per aprire bottiglie o barattoli, etc).
Ogni ausilio può essere inoltre utilizzato con una funzione di prevenzione, così come avviene spesso in ambito reumatologico per esempio, poiché impedisce alle articolazioni ulteriori sollecitazioni, limitando così i danni articolari e le conseguenti limitazioni funzionali future. Infatti il razionale dell’utilizzo di ausili in ambito reumatologico non è solo quello di migliorare e mantenere l’indipendenza, ma anche di ridurre il dolore e la fatica nell’esecuzione delle attività, minimizzando lo stress biomeccanico e le forze sulle articolazioni.
Dalla letteratura emerge come molte persone siano insoddisfatte degli ausili loro consigliati (Lifchez, Leiser, Pendleton & Davis, 1983; Nevins, 1982; Scherer & Mc Knee, 1989) e ne interrompano l’uso quando sentono che i loro bisogni e le loro priorità non vengono soddisfatti. Al contrario gli ausili vengono utilizzati con continuità quando durante la scelta degli stessi è stato preso in considerazione anche il punto di vista del paziente (Cook, 1982; Phillips & Zhao, 1993; Zola, 1982).
Il Terapista Occupazionale è parte fondamentale nel processo di consulenza e sviluppo delle tecnologie assistive. Utilizzando infatti un approccio client-centered si occupa di raccogliere direttamente dal paziente le difficoltà che incontra ogni giorno e di ragionare insieme a lui sulle più idonee soluzioni da adottare, coinvolgendolo così come parte attiva dell’intero processo e non rendendolo solamente un mero spettatore del suo intervento riabilitativo. Inoltre attua attraverso l’applicazione di competenze e ragionamenti clinici che portano alla segnalazione di tecnologie adatte, si assicura che il dispositivo sia adeguato al cliente, fornisce o supervisiona il training all’uso del dispositivo ed effettua una valutazione funzionale per determinare se il dispositivo consigliato soddisfi pienamente le esigenze del cliente. (Polgar & Cook, 2015)